I protagonisti

Abbiamo raccolto la voce e la testimonianza di chi ogni giorno a Modena e a Reggio Emilia, a vario titolo, vive e sperimenta l'insegnamento della lingua italiana.
Studenti, insegnanti, amministratori. Poche frasi, concetti forti. Attraverso le loro testimonianze ci siamo fatti un'idea...



Incontro con Adriana Querzè – Assessore Istruzione, politiche per l’infanzia e l’adolescenza Comune di Modena

L’indagine sulla situazione attuale dell’apprendimento della lingua italiana da parte dei nuovi arrivati sul nostro territorio è proseguita con un piacevole confronto con l’Assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzè.
Attraverso gli interventi e le risorse messe in campo dall’Assessorato comunale veniamo a conoscere come la scuola venga interpretata come un fattore chiave dell’integrazione, sia per i bambini di origine straniera, sia per le loro famiglie, così come l’insegnamento della lingua italiana e il servizio di mediazione, entrambi elementi facilitatori e strumentali al processo di integrazione e condivisione sociale.
Chiediamo all’Assessore Querzè quali sono le azioni finalizzate all’integrazione degli alunni stranieri nelle scuole primarie e secondarie di primo grado
Innanzitutto, racconta l’Assessore, la messa a disposizione di docenti alfabetizzatori, che operano nelle scuole sia con attività con i ragazzi sia con i docenti attraverso la messa a punto di una programmazione condivisa.
Dall’anno scorso inoltre, grazie alla collaborazione con Confindustria Modena, l’Assessorato ha dato vita ad un progetto chiamato “Paroliamo”. Si tratta di laboratori attivati in due scuole primarie modenesi, “Collodi” e “Cittadella” (le due scuole del comune di Modena con la maggiore percentuale di stranieri) dove i bambini stranieri riescono ad imparare giocando, il tutto strutturato con tempi e modalità flessibili per permettere risposte adeguate ai diversi bisogni linguistici degli alunni. La conduzione di questi laboratori è affidata a due insegnanti che dedicano tempi e risorse sia con gli alunni che con attività di monitoraggio e documentazione con gli insegnanti delle classi. I laboratori, oggi al secondo anno di vita, sono diventati parte integrante delle attività della scuola, inserendosi nei programmi delle classi e offrendo percorsi di apprendimenti personalizzati.
Proseguendo con le azioni messe a punto dal Comune per contribuire al percorso di integrazione linguistica nelle scuole, l’Assessore Querzè ci illustra anche il servizio di mediazione attivato a domanda delle scuole, che ha l’obiettivo di accogliere i neoarrivati, programmare incontri con genitori stranieri e insegnanti, organizzare momenti di approfondimento culturale nelle classi e prevedere lavori sulla lingua di origine degli alunni.
Non meno importante, sottolinea l’Assessore, la formazione rivolta ai docenti, garantita e offerta a tutti gli insegnanti come imprescindibile strumento di crescita personale e professionale. Le offerte formative messe in campo riguardano tantissime tematiche, tra cui le competenze lessicali, il raggiungimento di obiettivi linguistici e comunicativi, l’approccio disciplinare rivolto al multiculturalismo, per arrivare a percorsi di  educazione al pluralismo religioso in prospettiva interculturale.
E’ un mondo in continua evoluzione, il nostro; cambiamenti così veloci, ci ricorda l’Assessore Querzè, impossibili da ignorare. In questa evoluzione ognuno è portatore di competenze, esperienze e capacità. L’obiettivo da raggiungere è dunque quello di fare emergere e valorizzare queste peculiarità.

Fabrizio Camellini, Centro Territoriale per l’Educazione Permanente degli Adulti del Comune di Reggio Emilia

 ·       La frequenza del Centro a Reggio Emilia è molto alta e siamo soddisfatti del numenro degli studenti. Il Comune di Reggio Emilia ha oggi contatti con 1.200 stranieri che partecipano ai corsi del centro.
·      L'importanza dei CTP è data anche dalla sua storicità. Sono infatti attivi fin dagli anni 70 come scuola di alfabetizzazione per gli operai.  Offrono ancora oggi corsi di recupero scolastico e di alfabetizzazione per gli italiani, permettendogli di conseguire la licenza media.
·      Nel tempo i CTP si sono trasformati e ampliati offrendo molti servizi e supporto agli stranieri. Oggi sono un distaccamento della scuola di base dove lavorano insegnanti delle elementari e insegnanti delle medie per arrivare ad una capillarità su tutto il territorio nazionale. 
·      Quali problemi pratici affrontiamo?  Sicuramente problemi in termini di organizzazione, di  strumenti e materiali e di di formazione dei docenti.
·      Col passare del tempo, in modo non proprio coordinato per tutto il territorio nazionale,   anche altre strutture si sono adeguate ai cambiamenti sociali e sono nate  altre realtà didattiche rivolte alle persone straniere, da parte delle associazioni, del volontairato ecc
·      Un primo problema è quello della diffusione di informazione.Le opportunità e le occasioni formative vanno diffuse e pubblicizzate sul territorio; spesso le informazioni in merito ai servizi arrivano grazie al passaparola, tramite vie di comunicazione informale
.     Ciò che ho notato è che molti immigrati sono ambiziosi e tenaci.  Sono abituati allo studio nei propri paesi d’origine.  Desiderano imparare bene l’italiano perché lo considerano un investimento importante per facilitare il loro inserimento nella nuova società

Silvia Pavarini, vicario dell’Istituto Comprensivo ‘Fermi-Manzoni’, Reggio Emilia:
·  Molte famiglie non sanno dell’associazionismo.Non conoscono le opportunità che ci sono sul territorio. E non è una cosa da poco..
·      Credo però che l'unione faccia la forza per far funzionare bene un sistema   
·      Chi aspira ad insegnare a persone di altre nazionalità deve essere preparato e predisposto all'altro, alle differenze, all'apertura.
·      E' necessario individualizzare e differenziare il programma di insegnamento. 
·      La responsabilità deve per forza cadere anche sulle istituzioni e sull'amministrazione comunale.  Purtroppo oggi si tende ad investire molto poco su istruzione e formazione. 
·      Insegnare a adulti stranieri significa anche andare incontro ad esigenze diverse come ad esempio gli orari che devono necessariamente essere più flessibili. Così come la programmaizone.

Maria Cristina Bertani, Paola Casi, Centro Territoriale per l’Educazione Permanente degli Adulti del Comune di Reggio Emilia:
 ·    In generale raccogliamo commenti positivi e grande adesione dagli studenti del centro.
·     Il centro oggiha un offerta oraria molto ampia.  È aperto da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 21.00, e l’anno scorso ha accolto 1400 studenti.
·  Cerchiamo di avere grande flessibilità con gli studenti tanto che anche durante l'anno possono cambiare classe e orari. Così come le iscrizioni sono aperte tutto l’anno.
·    Da sempre abbiamo chiesto altro personale per sostenere al meglio le richieste di formazione.  Oggi vediamo un aumento di studenti ma una diminuzione di insegnanti.  Ci rendiamo conto che le istituzioni non destinano le risorse necessarie per venire incontro ai bisogni attuali
·  I CTP nascono proprio dall'idea che ogni straniero ha il diritto ad una formazione linguistica.Così come ad una scuola gratuita senza nessuna spesa per chi vuole iscriversi.


    Sun Shuyan, insegnante d’italiano per gli immigrati cinesi, insegnante di cinese per gli italiani, mediatrice culturale del Comune di Reggio Emilia

·      ·   Anche la comunità cinese usufruisce dei corsi di lingua  attivati dal Comune di Reggio Emilia.
·      Occorre individuare le specificità dei bisogni linguistici  della comunità cinese, che, come ogni comunità, evidenzia differenti esigenze.
      ·   Una buona idea potrebbe essere quella di promuoverecorsi d’italiano ad un gruppo omogeneo presso i luoghi di lavoro.  Ovviamente, questa sarebbe una novità assoluta, anche se sul territorio qualcosa di simile sta nascendo. L'attiviazione di questi corsi è uno dei tanti modi per rispondere alle esigenze degli stranieri che vivono a Reggio Emilia.


     Edoardo Natale, insegnante d’italiano per stranieri in Italia e precedentemente in Tunisia, attualmente dottorando di ricerca, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

·      La questione dell’educazione linguistica sollevata da parte degli immigrati, e soprattutto da parte dei lavoratori immigrati, è una sfida decisiva per il riconoscimento sociale degli stranieri. In altre parole, l’assenza di coordinamento tra il mondo imprenditoriale (e quindi le associazioni di categorie) e il mondo associativo degli immigrati ha causato questa carenza in ambito linguistico denunciata da parte degli immigrati.
·      Per rispondere a questi bisogni di natura linguistica, occorre vincolare il contratto di lavoro includendo all’interno un numero cospicuo di ore di lingua italiana sulla scia dell’esperienza tedesca e olandese.
·      Inoltre, le associazioni sindacali devono impegnarsi in sede contrattuale per ottenere l’apprendimento della lingua italiana come un diritto alla sicurezza sul lavoro e come riconoscimento della dignità del lavoratore.
·      Se queste cose non verranno fatte, continuerà questa situazione di fluttualità tipica dell’educazione per adulti dove tra orari che non coincidono con i corsi e le varie necessità della vita quotidiana, i cittadini stranieri non sono messi in condizione di usufruire di un bisogno vitale come quello della lingua del loro nuovo paese.
·      La lingua è il primo strumento di difesa dei propri diritti davanti a delle ingiustizie.  Quindi dobbiamo riflettere sul perché abbiamo questa situazione nel contesto lavorativo italiano.
·      Occorre una elevata qualità didattica da parte del corpo docente per insegnare la lingua affinché il mondo produttivo capisca la posta in gioco legata all’apprendimento della lingua.  Questa qualità è difficile da raggiungere perché spesso manca un riconoscimento della professionalità di questi docenti da parte della pubblica istruzione.
 
     Daniela Vezzani, insegnante d’italiano lingua straniera, cofondatrice della scuola Reggio Lingua

·      La nostra Scuola si distingue per la personalizzazione dei corsi e il lavoro a piccolo gruppo.
·      Lavoriamo a piccoli gruppi per aiutare meglio i nostri studenti.  Li aiutiamo nelle cose pratiche,  quali il conseguimento del permesso di soggiorno, la tessera sanitaria e la carta d’identità.  Gli studenti, in genere, frequentano i corsi quattro ore al giorno all’inizio del loro soggiorno in Italia.  Sono obbligati di seguire un corso di lingua italiana in virtù delle previsioni della relativa ambasciata.
·      Ad alcuni studenti che vengono da noi servono dei corsi molto specifici, molto mirati, gli servono delle lezioni ad hoc sull’utilizzo dei diversi registri linguistici, così favorendo il loro inserimento nel mondo di lavoro.
·      Anche il Centro Territoriale Permanente funziona molto bene come struttura pubblica.  Organizza i corsi di preparazione per il conseguimento delle certificazioni CILS (Certificazione d’Italiano come Lingua Straniera) dell’Università per Stranieri di Siena.  C’è solo una sessione d’esame di CILS a giugno.
·      A Reggio Emilia inoltre ci sono tante associazioni di volontariato, nelle parrocchie, nel quartiere di San Pellegrino, per esempio.
 
Io mi chiamo Sarah.  Sono marocchina, ho 22 anni, sono laureata in Economia.  Sono
venuta al CTP per apprendere la lingua italiana.  Perché mi serve a prima di tutto a
migliorare il mio livello in italiano e poi perchè mi serve per andare all’università per
continuare i miei studi.  E anche per conoscere nuove persone, per fare le domande di
lavoro.  In generale la lingua serve per molte, tante cose, e credo sia importante
apprendere bene la lingua del paese dove viviamo.
Ho saputo di questo posto da mio zio perché ha studiato qui al CTP, e sono venuta
anche io per iscrivermi al corso di italiano.  Non ho trovato nessun problema per
l’iscrizione.  Ho dato il test e dopo di chè sono stata accettata qui.


Io sono Angela.  Ho 27 anni.  Sono qui in questo scuola per imparare bene italiano, a
parlare e a scrivere. Anche per conocere tante persone, per avere amici e imparare
insieme. Sì si. Perché imparare la lingua italiana mi serve  per il mio futuro, per
esempio, per fare domanda di lavoro, anche le altre cose.  
Vengo dalla Nigeria, dallo Stato Anamabra. Nel mio Paese parliamo inglese.
Nel mio paese ho studiato, ho fatto le scuole elementari e la scuola secondaria. 
Ho studiato dattilografia e stenografia. Poi ho studiato anche commercio. Però il mio
diploma l'ho lasciato nel mio Paese. Ho lasciato tutto lì...